Miniere di Capoliveri, un museo, una festa e tanti trekking per ricordare gli omini della vena

Un luogo colmo di memorie, un ambiente inconsueto e di sconvolgente fascino, dal passato doloroso, perché qui gli uomini hanno lavorato duramente per estrarre preziosi minerali di ferro, ma così carico di valori paesaggistici, naturalistici, coloristici da lasciare un segno forte nelle emozioni di chi lo percorre;

 perché qui si cammina nel silenzio di un mirabile promontorio, proteso verso la vastità del mare, che lambisce le isole di Montecristo, Pianosa e Corsica da un lato e la costa italiana dall’altro. Sono tanti i temi che ruotano intorno alla conoscenza del comprensorio minerario di Capoliveri. Questa delle miniere è una escursione che vi consigliamo vivamente, per toccare con mano l’altro lato dell’Elba, quello meno appariscente e glamour, ma più autentico.
Le miniere di Capoliveri sono oggi un posto da visitare assolutamente, durante il vostro soggiorno all’Elba. Sono la metà del cuore dell’isola (l’altra metà è costituita dalle cave di granito) dove il viaggiatore può comprendere molto bene la natura aspra e indomita di questo territorio e della sua gente, immergendosi letteralmente nella forza rigenerante degli elementi naturali.
La ricchezza del sottosuolo qui raggiunge l’incredibile: due placche tettoniche millenni or sono si scontrarono in fondo al mare, saldandosi indissolubilmente proprio qui e diedero origine al promontorio del Calamita. Qui, lungo i pendii, nel grande comprensorio minerario fatto di due siti estrattivi, quello di Calamita e quello di Ginevro, potete trovare minerali di ferro, rari, preziosi, dai colori accesi, rossi, neri, verdi, ocre. Sono ematite, magnetite, limonite, pirite, azzurrite.

Guide ambientali qualificate della società Caput Liberum vi condurranno lungo diversi percorsi tematici, per esplorare e toccare con mano gli ambienti aperti, dove enormi reperti di archeologia industriale campeggiano come scheletri di dinosauri in uno scenario lunare. Visitare questi posti è più facile di quello che ci si può immaginare. Le miniere si trovano a poca distanza dal centro storico di Capoliveri. Si raggiungono percorrendo, in moutain bike, in macchina o coi pulmini delle guide, una decina di chilometri lungo un’ampia strada in piano, sterrata solo nella sua parte finale. Nel museo della Vita di Miniera, potrete conoscere la storia dell’impianto industriale, che emerge dai documenti d’archivio fortunosamente recuperati e riordinati. Nelle stanze della vecchia officina di riparazione dei veicoli, oggi sono stati allestiti gli ambienti di lavoro dei minatori.

Leggende popolari, suggestive, declinate secondo la potenza suggestionante dell’isola, difficile, pericolosa, dove le emozioni si sprigionano intense, come le cariche di esplosivo che frantumavano le rocce del promontorio fino a non tanti anni fa. Dopo secoli di lavorazione, le miniere furono chiuse definitivamente intorno al 1980 perché non più economicamente rilevanti. La fine dell’attività mineraria di Capoliveri e del versante orientale dell’Elba è dunque recente. Ma subito un veloce oblio ne seguì, con l’avvento repentino del turismo, della modernità, del benessere.

Da qualche anno però è in atto un importante recupero materiale e di memoria, perché la comunità ha capito che analizzando i fatti di quel passato, la gente dell’Elba può riappropriarsi in profondità della propria identità, messa un po’ in secondo piano dalla nuova economia delle vacanze.

Così oggi è possibile visitare il comprensorio, seguendo le indicazioni delle giovani guide ambientali, che vi porteranno lungo diversi percorsi, agevoli o più impegnativi, a vostra scelta. Potrete scendere anche nelle gallerie sotterranee, maestose, lungo un percorso in piano, in tutta sicurezza. Così entrerete in contatto con tutti gli aspetti di quel mondo passato.
Si possono ascoltare, per esempio, le nenie, le litanie che accompagnavano gli omini della vena verso il posto di lavoro, o al ritorno verso il paese, all’alba, al tramonto. Questi canti riecheggiano nel centro storico di Capoliveri, di nuovo all’alba e al tramonto, durante le celebrazioni della festa del Cavatore, una bella iniziativa che l’amministrazione comunale ha rispolverato, per ricordare chi non c’è più, per valorizzare chi c’è ancora, per diffondere la propria storia verso i turisti, che apprezzano molto, perché sanno che questo è il tema che spiega un po’ tutto di questo territorio, di questa gente.
La festa si tiene ogni anno durante il ponte di ferie del 2 giugno, che dura diversi giorni. Durante la festa vengono riproposti anche i piatti cucinati ai tempi dei minatori. La gastronomia di Capoliveri, quella storica era davvero molto povera, fatta di ingredienti anche inconsueti, non si immaginerebbe mai che uno dei piatti tipici fosse la zuppa di lumache.

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