L’Elba vista dal mare. Non è uguale all’Elba vista da terra. Un’isola si caratterizza proprio a partire dalle sue coste: come il profilo di una persona dà conto del suo volto, così la linea di costa di un’isola dice tanto, tutto, della terra che quella linea di costa contiene.
Così non l’avevo mai vista. Soltanto arrivando in traghetto, ma a bordo di una nave tanto grande il mare – pure immenso – può diventare, appena, una superficie su cui scivolare. Soltanto una volta in canoa, ma troppo preoccupata dal governo dell’imbarcazione, un po’ schiacciata dallo sforzo fisico, dalla prestazione sportiva.
In gommone è stata tutt’altra cosa: nocchiero era Marino Garfagnoli, comandante in seconda sua moglie Ombretta. Elbani d.o.c., profondi conoscitori della loro terra e del mare su cui si affaccia: dell’imbarcazione non mi sono dovuta preoccupare.
Compagni di viaggio la giornalista Claudia Lanzoni e i bloggers Eniko Lorinzci, Marinella Scarico, Rodolfo Duè, ospiti de Il Genio del Bosco, storica organizzazione elbana che promuove turismo ambientale e didattico, in occasione di un evento promozionale: tutti, come me, continentali di provenienza, la prima naturalizzata elbana, gli altri in visita. Tutti dotati di occhi nuovi, voraci, stupiti: puntati su quella linea di costa, su quelle onde.
E poi lui, il mare, vicino che ci bagnava, a portata – davvero – di mano: sporgendoci appena potevamo toccarlo. Contenuti in quel guscio piccolo, come una vasca da bagno al contrario – vuota lei, e circondata dall’acqua – ci siamo immersi nel mare, rimanendo all’asciutto.
Uno strano gioco di contrari, che ci ha mostrato l’Elba dall’angolatura del pesce, del cormorano a pelo d’acqua. Facendoci provare lo straniamento che, nel cinema, ci regala la camera a mano: trovandoci, improvvisamente, ad inquadrare dal mare la terra sulla quale, di solito, ci muoviamo e viviamo.
Cinematografiche anche le spiagge: set deserti, o sui quali si muovevano poche figure, come comparse lasciate indietro dai protagonisti – l’estate, le folle, il solleone. Uscendo dalla baia di Mola ci siamo mossi verso sud ovest: ogni ansa di terra celava una cala, un lido. Ho atteso il loro manifestarsi con trepidazione: come, a volte, si aspetta di scorgere un volto amato sulla banchina di una stazione, sul ciglio di una strada. Calanova, accogliente con il suo ristorante sulla spiaggia; Ferrato abbracciata dalla macchia; Sassi Verdi, altera e solitaria; Remaiolo, presidiata dal suo scoglio; Spiagge Bianche, un’era geologica in ogni sasso. Niente ombrelloni e abbronzanti, neppure un bagno – che pure la temperatura avrebbe consentito. Nessun negozietto caratteristico o localino con aperitivi e musica. Nessuno degli elementi che, normalmente, si associano all’idea di vacanza al mare. Ma soltanto lei, la nostra isola, nella sua essenza: di luce, di aria, di acqua, di terra.
Vederla così è stato un privilegio: che vorremmo poter condividere con voi, riuscendo a farvela visitare e vivere tutto l’anno. Per la sistemazione contattateci pure, vi sapremo certamente proporre una soluzione adatta alle vostre esigenze. Affittare un gommone è semplice, basta rivolgersi al rent Spazio Mare, nel piccolo porticciolo di Mola. Per mangiare, da aprile a ottobre, c’è Il Ristorante Calanova, con un comodo molo per l’attracco. La cucina di mare viene interpretata, da questi ristoratori, con raffinatezza e competenza: i piatti a base di tonno, ad esempio, declinati in varie sfumature – dalla tartare su base croccante alla tagliata con tartufo – sono una vera sorpresa per il palato.
Chi poi volesse davvero immergersi nella natura può sbarcare su una delle spiagge e, con un minimo di attrezzatura, fermarsi per la notte: una sistemazione un po’ spartana… ma vuoi mettere, invece che il solito soffitto, un cielo con milioni di stelle?